Le Ville di KeshanTrine, merletti, trafori, piccole rientranze e sporgenze che creano giochi di luce non prevedibili, ricami, stucchi, fregi, composizioni di tessere di specchi, come brillanti, a riflessioni multiple, giochi della fata morgana, affreschi a disegni di frutta, fiori, animali e caleidoscopici, bifore, trifore, grate in legno e aperture a gelosia, porticati, terrazze evidenti o nascoste, balconi, colonnine e balaustre : ecco una facciata di una villa di Keshan. Come una delle più gentili ville palladiane, come Pojana, riproposta su due o tre piani, portici al piano terra, al primo e al secondo piano … e a due fronti che dominano due corti chiuse da altri tre lati di bellezze con giardini interni e fontane. Gli interni sono dedali di stanze non allo stesso livello, qualche gradino o piccola rampa le congiunge, i muri pochi, solo quelli essenziali, in cui si aprono volte e finte finestre... le separazioni piuttosto sono tende o grate in legno. L’acqua è presente all’interno degli spazi domestici, discreta compagna di giochi degli abitanti della casa, fondamentale per la frescura. Eh si perché sono davanti alla porta e mi accorgo che ci sono “due mani” per due possibilità di annunciarsi, due modi di” dare la mano “ per almeno due combinazioni di suoni.. ..è importante sapere, prima di aprire, se c’è un uomo, una donna, questo o quell’amico …. Tutti i tesori, perché siano e restino tali, vanno custoditi con cura, scoperti e conquistati a poco a poco, desiderati tanto e goduti a gocce. Maria Dalla Francesca |
S.E.M.I.
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